11 dicembre 2008

Yangshuo - Il soggiorno

Ci dirigiamo da Guilin a Yangshuo con un bus di linea. Siamo in piena campagna e, oltre che dal paesaggio, lo si vede nel modo più semplice di essere e vestire della gente.


fermata tra Guilin e Yangshuo



anatre spiumate e pronte per la padella,
caricate tutte nel bagagliaio del nostro bus
insieme alle valige


Dopo circa 45 minuti di bus arriviamo a Yangshuo e che dire... è proprio bella. La cittadina è diventata con gli anni tanto turistica, ma malgrado ciò è ancora molto tranquilla, solo 40'000 abitanti che rispetto ai 12 milioni di Shenzhen non sono nulla. La sua particolarità è quella di essere circondata da pinnacoli e picchi, alti fino a 200 metri, e campi. E nessun gratacielo, evviva!
[Davvero spettacolare! NdPat]


Yangshuo


E' così vivibile che noleggiamo delle biciclette per girare i suoi dintorni. Siamo anche fortunati perché la ragazza di Fabian (cugino di Paul) qui è nata e cresciuta e ci fa da guida.

Il paesaggio è davvero mozzafiato e la calma e bellezza difficilmente sono descrivibili da poche righe di testo e foto. Peccato solo che fosse leggermente nuvoloso... Ma ciò nulla toglie alla bellezza del luogo.
[Forse le contadine che si mettono in posa per le foto e poi chiedono soldi, un po' tolgono... NdPat]






Dopo un'oretta cediamo le biciclette e ci imbarchiamo su delle zattere, per un'escursione sul fiume Li. In fondo al fiume troveremo le nostre bici ad attenderci. Per una volta c'è da dire che i cinesi hanno fatto le cose per bene.
La gita con le zattere pare un "all inclusive": incontriamo le zattere bar fornite di frigo box per tenere al fresco le bibite, la zattera grill che ti vende gli spiedini, i fotografi con la zattera fornita di computer e stampante dove puoi comprare la tua foto sul momento (stile montagne russe di gardaland...). Anche qui i cinesi si distinguono come chiassosi. Alla partenza vendevano quelle che io pensavo fossero pompe ad aria, per gonfiare le gomme delle bici, e che invece risultano essere delle "pompe" ad acqua. Si danno battaglia da una zattera all'altra, urlando, facendo casino, cadendo in acqua con macchine foto e telefonini, correndo il rischio di annegare, dato che non sanno nuotare. Uno show.


zattera per sviluppo foto e, in secondo piano
con ombrellone verde, zattera buvette

Ma lo show più bello è dato dal panorama che scorre davanti ai nostri occhi. Malgrado quello che succede sulle altre zattere, noi riusciamo a goderci il paesaggio, che relax!


[NdPat] Piccola nota di colore: il fiume è relativamente pulito e durante la discesa sul fiume occasionalmente incontriamo qualche bottiglia di birra galleggiante lasciata dalle zattere che ci precedono. All'unisono pensiamo che sia peccato rovinare così questo bel paesaggio. Fortuna vuole che il nostro barcaiolo sia ecologico e pertanto si avvicina alla bottiglia. Dentro noi pensiamo "che bello, almeno loro che ci vivono, ci tengono al fiume...".
Il capitano si avvicina alla bottiglia la prende al volo, la riempie completamente e la fa affondare...
Non c'è speranza...

La sera andiamo a vedere uno spettacolo open air sul fiume, come sfondo i pinnacoli. Ce lo vendono come un "must" e con dei meravigliosi fuochi d'artificio finali e, su consiglio di Tiffany (nome inglese della ragazza di Fabian), decidiamo di prenotare i biglietti. Vi diamo un consiglio spassionato: se capitate da quelle parti non andateci, noi i fuochi d'artificio li stiamo ancora aspettando ora e lo spettacolo è tutto parlato e cantato in cinese, perciò non si capisce nulla. Inoltre i cinesi anche qui continuano a parlare e disturbare [oltre che alzarsi, parlare al telefonino e fare milioni di foto - NdPat].

Le ore dopo lo spettacolo le passiamo a bere in uno dei tanti bar della "west street". Che è famosa perché negli anni 70-80, quando fare il turista in Cina era privilegio di pochi, questo era l'unico posto in Cina ad offrire pietanze occidentali. Peccato che con l'apertura verso l'occidente e con il conseguente maggior afflusso turistico, il tutto sia ora molto forzato e risulti un po' fasullo (business is business). Come d'altronde tanti altri posti in giro per il mondo divenuti con il tempo troppo turistici...



Purtroppo la domenica abbiamo il bus ad un orario che non ci permette di fare grandi cose e quindi passiamo la giornata a fare quello che ci si aspetta da noi, i turisti. Passeggiamo tra le bancarelle del mercato (dove il Pat comprerà un erhu, violino a due corde tipico cinese), curiosiamo nei negozietti, facendo tappa ogni tanto in un bar per dissetarci perché contrattare i prezzi mette sete.


Non sappiamo perchè, ma Osama era in pole position in ogni
bancarella di t-shirt disegnate a mano
[Bush invece stranamente non c'era - NdPat]



Mao memorabilia

E in un attimo è già ora di tornare a casa... ma ci siamo già ripromessi di tornarci da queste parti! E' stata proprio una bella fuga dalla città ed è stato interessante vedere uno scorcio di una nuova faccia, tra le tante, di questa Cina che è solo per minima parte (tenendo conto di superficie e popolazione) "moderna" e "metropolita".

Ma non è ancora finita, la vera avventura comincia ora... con il viaggio di ritorno...
(Continua...)

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